Incantations

LIBRO LE ACQUE DEL FIUME LETHE

Le acque del fiume Lethe

Il volume, con un saggio introduttivo di Roberto Mutti, documenta il progetto fotografico di Alessandra Cevasco e Davide Marino, dedicato al mito del fiume Lethe, le cui acque erano dotate della singolare caratteristica di cancellare la memoria. Il lavoro dei due fotografi, frutto di importanti meditazioni parallele, avanza in un percorso che si snoda come in un lunghissimo piano sequenza: indaga sulle espressioni dei visi, si sofferma sugli oggetti, scruta con curiosità sulla semplicità degli interni. Catapultati in una realtà dal sapore antico, entrambi si muovono con la consapevolezza che mentre la memoria è fondamentale per l’uomo quanto la storia, l’oblio ne è un necessario corollario perché serve come elemento di selezione, come purificazione in grado di lasciare spazio ad altre sensazioni, ad altri e ulteriori ricordi che il futuro ci regalerà.

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Milano, 24/5/2014    Alessandra Cevasco, Davide Marino, Roberto Mutti e Mario Cresci alla presentazione-booksigning del libro al MIAfair 2014



“Richiamarsi con il garbo e la perizia necessarie a un mito come quello che parla delle acque del fiume Lethe dotate della singolare caratteristica di cancellare la memoria è l’intento posto al centro del progetto creato da Alessandra Cevasco e Davide Marino. Il lavoro dei due fotografi, frutto di importanti meditazioni parallele, avanza in un percorso che si snoda come in un lunghissimo piano sequenza: indaga sulle espressioni dei visi, si sofferma sugli oggetti, scruta con curiosità sulla semplicità degli interni. Catapultati in una realtà dal sapore antico, entrambi si muovono con la consapevolezza che mentre la memoria è fondamentale per l’uomo quanto la storia, l’oblio ne è un necessario corollario perché serve come elemento di selezione, come purificazione in grado di lasciare spazio ad altre sensazioni, ad altri e ulteriori ricordi che il futuro ci regalerà perché ogni elemento del passatoprelude a qualcun altro del presente. Tanto più che il soggetto con cui si confrontano è quel mondo degli umili – o dei vinti per citare la bellissima definizione di Nuto Revelli – che raramente si affaccia all’attenzione di tutti. Non sono due atteggiamenti opposti ma elementi complementari di un approccio dialettico che parte dalla consapevolezza che in casi come questi, se le parole possano depistare rivelandosi così inadeguate, è all’espressione artistica che bisogna ricorrere se si vuole indagare fino a cogliere l’aspetto più profondo della realtà.”  
Roberto Mutti









Milano, 24/5/2014    Gianni Berengo Gardin ed Alessandra Cevasco